Si andava per fiori di cardo,
per una sassaia si andava
ed era estate, forse primavera.
A dire il vero, nel sogno
non eri tu, ma da sveglio
non ho trovato nessun’altra donna
nei miei ricordi
che cogliesse fiori di cardo
da infilare poi ad uno ad uno,
con solennità sacerdotale,
in una vecchia quartara.
Archivio mensile:Gennaio 2016
Tristizia
Forse non sono il solo
a notare, qui in casa mia,
maglie estive in inverno
o invernali d’estate
ripiegate e impilate sulle sedie,
le poche cose da portare via
e quelle da buttare, o da lasciare
alla sciatteria di altri inquilini.
Si sarà accorto, qualche amico,
l’amica che innaffia gli sterpi sul mio balcone,
la donna delle pulizie,
di quest’aria di smobilitazione
– malgrado il riordino, i restauri,
i quadri sempre più folti alle pareti,
le suppellettili allineate con troppa cura
sulla mensola storta.
Sa più di quanto io sappia, lei, ma tace.
È sempre troppo presto per gli addii.
Allergie
Allergie, allergèni malefici,
forze nemiche e aliene
e voi anticorpi, sedizione
di me contro me stesso,
voi, amici, che mi avvelenate
le fragole e la cioccolata,
di quali terrori o colpe siete figli?
Oh sì, l’anima pure
ha i suoi anticorpi anarchici
che la proteggono e sedano
e la fanno soffrire.
Ciò che un tempo le era nutrimento
ora è la sua malattia.
Per anestetizzarsi oggi si scrive,
ma di questo anestetico si muore.
Scrivere versi col cuore fa male,
mi rende tachicardico, cattivo,
specie di sera. Non mi fa dormire.