Dimentico le cose che mi dici,
è vero, non ricordo
cosa farai domani e posdomani.
È che mi dici troppe cose, cara,
e io, più che alle agende, pongo attenzione
alle parole che siano indizio
di qualcosa che possa dirsi amore,
o almeno delle tue odierne intenzioni.
È che siamo entrambi ipocondriaci
e parliamo troppo di malanni,
dei nostri organi interni sofferenti,
dei valori sballati – e del malore
che ti coglie proprio ora, mentre io
ti vorrei sbottonare la vestaglia,
auscultare le tette,
cercarti il cuore in mezzo alle frattaglie.