[Scrivere il suo nome, ora, è come
contornare di nero un alone
che resiste a ogni cancellatura.
Ma se riappare il pallido disegno
che parve bello, malfatto, impossibile,
io di nuovo lo imbratto, lo cancello.
E spalmo sgorbi e sbaffi e colature
con risolute pennellate che
travolgono velature e indecisioni.
Ma ci si arrende infine: ciò che è scritto
è scritto. E questa tenue scialbatura
non regge a nuovi graffi.]